Truffa sul Web

Truffa sul Web

«Truffa contrattuale» e non semplice «inadempimento» per chi metta in vendita sul web un bene per una somma particolarmente conveniente e dunque «con la consapevolezza dell’appetibilità del prezzo (che avrebbe attirato sicuramente nella trappola vari clienti)» ma anche «della indisponibilità del bene» o «della impossibilità di reperirlo nel mercato». Lo ha stabilito con sentenza n° 230 del 14.04.2017 la Corte d’Appello di Cagliari, affermando che tali elementi, a partire proprio dal costo ridotto per il consumatore, sono «sintomatici della volontà di ingannare il prossimo al fine di concludere un contratto che non potrà mai essere adempiuto».

La Cassazione (n. 43660/2016) ha affermato che nel caso di mancata consegna «l’aver indicato un ‘prezzo conveniente’ di vendita sul web, integra il reato di truffa contrattuale». In tale prospettiva, pertanto, «anche il prezzo conveniente richiesto da un contraente può integrare un artificio volto a trarre in inganno l’altro contraente». Non solo, «la mendace dichiarazione di essere in grado di adempiere l’obbligazione, pure in assenza di qualsiasi messa in scena, in quanto destinata a creare un falso convincimento, integra l’elemento del raggiro il quale, se posto in essere con dolo, realizza la figura criminosa della truffa contrattuale» ( n. 4011/1993).

In tale prospettiva, pertanto, «anche il prezzo conveniente richiesto da un contraente può integrare un artificio volto a trarre in inganno l’altro contraente». Non solo, «la mendace dichiarazione di essere in grado di adempiere l’obbligazione, pure in assenza di qualsiasi messa in scena, in quanto destinata a creare un falso convincimento, integra l’elemento del raggiro il quale, se posto in essere con dolo, realizza la figura criminosa della truffa contrattuale» (n. 4011/1993).

Avv. Raimondo Antonella & Raimondo Giovanni

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